Il paziente non è la malattia che ha, non è l'etichetta nosografica che gli si attribuisce. Il paziente è prima di tutto una persona, una storia di vita, un organismo complesso.
Il volontario è vicino a questa persona con tenerezza e cura, compiendo affettuosamente gesti semplici ma carichi di umanità.
“Il gesto ha in sé ragione ed intenzionalità”. Il gesto è luogo di senso sia per chi lo effettua e sia per chi lo riceve. I gesti di assistenza affermano la dignità della persona che abbiamo preso in carico, e danno significato al concetto di alterità, di prossimità, di cura.
La persona che riceve un gesto sente la sua dignità sollevarsi, il suo essere persona confermarsi, la sua vita essere dono. Ma il gesto fa nascere dignità anche in chi lo effettua e non solo a chi lo contempla ricevendolo.